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Rosario IANNETTI 2 ottobre 2003

Rosario Iannetti e' medico e fratello comboniano.
Attualmente presta la sua opera presso l'ospedale di Mapuordit (Sud Sudan)



LETTERA AGLI AMICI DELL'OSPEDALE DI MAPUORDIT n.4

Mapuordit (Sud Sudan), 2 ottobre 2003

Carissimi amici,
mi sembra più che doveroso riprendere i contatti con voi in occasione dell'inizio del mese missionario ma soprattutto della prossima canonizzazione del fondatore della nostra congragazione di Missionari Comboniani. Infatti come spero saprete domenica 5 Ottobre Daniele Comboni verrà proclamato Santo dal Papa in Piazza S. Pietro a Roma. Sicuramente qualcuno di voi andrà col pulmman di pellegrini organizzato dalla casa dei Missionari Comboniani di Casavatore (NA).
Forse non tutti voi saprete che Daniele Comboni è legato a doppio filo con la storia del Sudan, dove ora lavoro. Infatti Comboni è stato il primo vescovo cattolico della capitale del Sudan, Khartoum, di cui fu proclamato prima amministratore apostolico nel 1873 e poi Vescovo nel 1878. Morì e fu sepolto proprio a Khartoum il 10 Ottobre 1881, a soli 50 anni per febbre probabilmente malarica.
Qui la Chiesa Cattolica Sudanese lo considera praticamente come il suo padre fondatore e in tutte le diocesi e parrocchie si stanno preparando grandiosi festeggiamenti. La festa più grande sarà ovviamente a Khartoum, per vari motivi. Inanzitutto il miracolo recentemente attribuito al Comboni e che ha portato alla sua canonizzazione è avvenuto nel St.Mary Maternity Hospital di Khartoum, gestito dalle suore comboniane. E' interessante notare che la donna miracolata è una fervente mussulmana che nel 1997 partorì in quell'ospedale ed ebbe una terribile emorragia post-parto dovuta alla placenta previa ed accreta. Nonostante fu operata 3 volte ed ebbe ripetute trasfusioni era ormai in fin di vita a causa di una complicanza (CID=Coagulazione Intravavale Disseminata, praticamente il sangue non coagulava più) quando le suore comboniane le chiesero il permesso di mettere sotto il suo cuscino una immagine del Comboni e di pregarlo per la sua guarigione, che avvenne il giorno dopo. La donna è rimasta mussulmana, ha fatto il suo pellegrinaggio di ringraziamento alla Mecca, mantiene ottime relazioni di gratitudine con le suore comboniane, ma non sarà presente alla canonizzazione e le suore hanno chiesto di rispettare la sua fede e la sua richiesta di riservatezza. A tutti noi questa sembra una splendida prova che lo Spirito del Signore soffia dove vuole (come ai tempi dei miracoli di Gesù operati a tanti "non ebrei osservanti") e che ci spinge al dialogo e all'amore verso i nostri fratelli mussulmani, proprio in questi tempi di irrazionale confronto di opposti estremismi.
Un secondo grande motivo di festa a Khartoum è che il suo attuale arcivescovo Gabriele Wako Zubeir sarà fatto cardinale dal Papa nel prossimo Concistoro del 25 ottobre. Pensate che Mons. Zubeir è stato il primo vescovo africano ("nero") di Khartoum, consacrato esattamente 100 anni dopo la morte di Comboni, il 10 Ottobre 1881. Ironicamente porta il nome (Zubeir) del più grande mercante arabo di schiavi sudanesi del secolo scorso, infatti la sua tribù fu decimata dalla tratta degli schiavi nel Bahr El Ghazal, nel Sudan Meridionale. E' originario di Wau, dove ho lavorato per 5 anni e perciò conosco bene la sua famiglia che possiede un pezzo di terra proprio sulla strada che percorrevo ogni mattina con la moto per andare a lavorare in ospedale, e su cui il 13 agosto 1997 una macchina dell' ospedale saltò su di una mina, morirono tutti i 4 passeggeri ( 2 meccanici dell'ospedale e 2 pazienti lebbrosi).... Brutti ricordi, che però ci fanno apprezzare ancora di più un altro "miracolo" che speriamo lentamente stia avvenendo anche per intercessione del Comboni: l'accordo di pace in Sudan dopo 20 anni di guerra civile. Infatti appena la settimana scorsa a Nairobi è stato firmato il primo accordo del trattato di pace tra le due parti, quello sulla "sicurezza". Praticamente ci saranno due eserciti separati (uno del nord e uno del sud) in controllo delle rispettive zone durante i prossimi 6 anni di "interim period", in preparazione del referendum in cui i sudanesi meridionali decideranno se scegliere l'indipendenza o restare in uno stato confederato. E' solo un primo passo perchè ancora 3 grandi nodi restano da sciogliere (la divisione degli introiti del petrolio, del potere e i reali confini del Sudan meridionale), ma significativo, soprattutto perchè almeno ci garantisce che la presente tregua durerà ancora per un bel pò....

Incoraggiati da queste prospettive di pace, nel nostro piccolo ospedale ci stiamo preparando a costruire una serie di strutture permanenti nella prossima stagione asciutta che inizierà tra un mese. Speriamo che le strade rese impraticabili da questa terribile stagione delle piogge (la peggiore negli ultimi 10 anni) si asciughino presto e consentano l'arrivo dei camion con il cemento, ferro e altro materiale necessario. A febbraio dovremmo cominciare la costruzione della sala operatoria permanente, un blocco operatorio di 91 metri quadri con tre stanze, dopo più di 800 operazioni praticate in situazioni precarie sotto una tenda ci sembra proprio un sogno... Dovremmo anche costruire i tetti in lamiera di 6 capanne (3 dell'attuale dispensario e 3 reparti, due di pediatria da 8 posti letto ciascuno e uno di medicina-isolamento da 6 posti letto), supportate da pali di ferro, in modo da terminare la nostra quotidiana battaglia con le termiti che ci mangiano i pali di legno e i tetti di paglia dei nostri reparti. Purtroppo i muri resteranno ancora in fango, non abbiamo i soldi per comprare e soprattutto trasportare dall'Uganda tutto il cemento necessario. In questo modo speriamo di consolidare le strutture precarie di quest'ospedale che è dovuto crescere in fretta durante questa stagione delle piogge a causa della conseguente terribile epidemia di malaria che ci ha costretto a raddoppiare la capienza dei reparti di pediatria (da 8 a 16 posti ) e medicina (da 8 a 14 posti). Il lavoro è aumentato tantissimo, anche perchè abbiamo ovviamente continuato le operazioni elettive e di emergenza, e il personale ha risposto bene, nonostante molti non siano qualificati ma appena istruiti localmente, più nella pratica che nella teoria. Ci sono comunque arrivati altri 4 infermieri qualificati dalla scuola diocesana gestita in Kenya dalle suore comboniane, la preziosa caposala ugandese (Hellen) prestatami dall'ospedale comboniano di Matany continua la sua incessante opera di istruzione e supervisione, mentre continua la cooperazione con l'Univesità Slovacca di Trnava che ci manda 3 medici a rotazione ogni 3 mesi. E'arrivata anche una suora (suor Koretti) originaria della Melanesia (Oceania), incaricata di gestire il dispensario e di aprire un programma di nutrizione per bimbi malnutriti. Quello che mi manca ancora molto è un farmacista, se ne conoscete qualcuno volenteroso di sfidare i 40 gradi all'ombra sudanesi....
Attualmente l'ospedale ha 53 posti letto e 45 dipendenti sudanesi. Abbiamo ammesso solo quest'anno finora 1100 pazienti e fatto 470 operazioni maggiori, oltre a circa 16.000 "prime visite" nell'annesso dispensario (le rivisite non le contiamo). Spero abbiate visto qualcosa di quanto stiamo realizzando grazie anche la vostro indispensabile supporto spirituale ed economico nel documentario trasmesso da RAI 2 il 16 settembre sera su Excalibur. Se lo avete perso potete chiedere copia della videocassetta registrata da mio fratello.
A parte comunque i numeri e la soddisfazione legata alle vite salvate, quello che è certamente più incoraggiante è vedere come cresce la capacità tecnica, la solidarietà e il senso di responsabilità verso la loro gente dei nostri lavoratori sudanesi: per me questo è il più grande miracolo che sta realizzzando oggi qui a Mapuortdit San Daniele Comboni, il cui motto è sempre stato: SALVARE L'AFRICA CON L'AFRICA!

Ancora un grazie di cuore a tutti voi e a rivederci presto...in Italia !!
In Sha Allah !
Vostro fratello in Xsto,
Rosario


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