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materiale, tesi, articoli
che possono rivelarsi
utili per approfondire
temi legati
al "terzo mondo"




Articoli - Alex Zanotelli - SULLE STRADE DI PASQUA
VOCE DEI POVERI, VOCE DI DIO
Il profetismo esiste ancora nella chiesa. Padre Zanotelli ne è un esempio. Profeta non è chi preannuncia il futuro, ma chi parla in nome di Dio.
Questo piccolo libro è un libro di profezie. In queste pagine c'è tutta la forza e la tenerezza di Dio, il giudizio di Dio sul mondo: che è un giudizio di misericordia per chi apre il cuore e di condanna per chi continua a non aprirlo.
La profezia di padre Alex prende corpo a Korogocho, esce “dai sotterranei della vita e della storia”. Non ci sarebbe profezia se non ci fosse questa incarnazione e questa croce. Essere voce di Dio e voce dei poveri è la stessa cosa. Perché Dio si è fatto povero una volta per sempre, anche Lui senza difese, se non quelle dell'amore, davanti all'indifferenza al potere, alla cupidigia. Davanti al Sistema.
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Tesi - Chiara Stefanini - Prevenzione e cura dell'HIV/AIDS in Uganda e il caso del distretto di Gulu
"All’inizio del ventunesimo secolo l’Aids rappresenta la quarta causa di morte globalmente e la prima in Africa. Viene stimato che nel 2010 molti paesi dell’Africa subsahariana vedranno la propria attesa di vita alla nascita ridotta a circa 30 anni. Nei paesi in via di sviluppo vivono oltre il 95% del totale dei malati di Hiv/Aids. Globalmente, sembra affermarsi una correlazione positiva fra alti tassi d’infezione da Hiv e la povertà. Il rapporto fra povertà e Aids può non essere direttamente causale, ma molti studi sono stati condotti per dimostrare la maggiore vulnerabilità degli individui all’Aids nei contesti di estrema povertà . Questo rapporto ci porta ad esaminare i vari corollari della povertà, che si estendono molto oltre la semplice povertà economica. La mancanza d’istruzione, di accesso alle strutture sanitarie e di possibilità di scelta, sono tutte conseguenze dell’idigenza che divengono particolarmente rilevanti nella diffusione dell’epidemia Aids. Osservando il caso dell’Uganda, in Africa, ci si presenta uno scenario atipico. L’infezione di Hiv fra gli ugandesi è in costante diminuzione dai primi anni novanta. L’Uganda ha usufruito di oltre 20 Programmi di Aggiustamento Strutturale ed è stato fra i pochi paesi africani a registrare alti tassi di crescita economica durante tutta la decade degli anni novanta. Pur essendo una nazione molto povera, l’Uganda è riuscita ad affrontare l’epidemia ed ha raggiunto risultati rilevanti. In questo caso, la politica intrapresa da questo governo sembra essere riuscita a creare un ambiente che, nonostante la carenza generale del contesto, ha favorito la diminuzione dei tassi d’infezione. L’azione intrapresa dal governo ugandese rimanda ai corollari della povertà e come questi possano essere affrontati con un deciso e continuato impegno politico verso il generale sviluppo del paese e della sua popolazione. Queste azioni sono fondamentali per affrontare efficientemente anche l’epidemia Aids, soprattutto in scenari caratterizzati da estrema povertà, dove le possibilità di risposta alla malattia sono limitate. "
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Articoli - Angelo Stefanini - Troppi atenei sordi e miopi sui mali della povertà
SALUTE GLOBALE La geopolitica non fa da barriera alla diffusione della salute e della malattia: la preparazione medica chiede nuovi orizzonti
"Cos’è la «Salute Globale»? Il termine “Salute globale” intende sottolineare la irrilevanza dei fattori geopolitici nelle problematiche di salute, in quanto i confini nazionali ormai non rappresentano una barriera significativa alla diffusione di salute e malattia. Sui temi della salute, insomma, tutti i Paesi del mondo devono iniziare ad agire di comune accordo, così come fanno per la difesa e il commercio. L’aggettivo “globale” - in questo senso più vasto di quello “internazionale” - suscita inoltre l’aspettativa di una salute per tutti, in quanto se è possibile godere di buona salute in una parte del mondo le forze della globalizzazione dovrebbero favorirla anche nel resto del pianeta."
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Articoli - Umberto Tavolato - SOMALIA - DJIBOUTI TO MBAGATHI - Making or Breaking Peace?
Djibouti (2000) and the ongoing Mbagathi talks (2003) fail to provide the right remedies for establishing a durable peace and ending Somalia’s thirteen-year civil war. By examining the political motivations behind the involvement of national, regional and international stakeholders, this paper will seek to draw comparisons between the achievements and shortcomings of past and current peace process in order to map the tendency of Somalia’s failure to attain peace.
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Articoli - Umberto Tavolato - SUDAN - THE PEACE PROCESS IN SUDAN: NORTH-SOUTH ACCORD OR EAST-WEST DISCORD?
The Sudan war is Africa’s longest conflict which broke out in 1983 when southern “rebels” took up arms against the predominantly Arab and Muslim north. Southerners claim that they are fighting in order to gain a greater economical and political equality for the South and for the right to self-determination. With the signing on 7 January 2004 of Naivasha Agreement on wealth arrangements, the government of Sudan (GoS) and the Sudan People Liberation Movement/Army (SPLM/A) were closer to peace than at any time in the past twenty years. However, the initial euphoria for the Naivasha events was facing the threat of new negative trends in the peace talks and of the deteriorating conflict in Sudan’s western Darfur and in the eastern region of Bejaland.
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